Chi dorme piglia pesci, ma soprattutto una miglior qualità di vita

di Chiara Cimbro, Psicologa Psicoterapeuta.

 

Tutti conosciamo il detto popolare per il quale: “chi dorme non piglia pesci”e tutti, almeno una

volta nella vita, abbiamo pesato che in fondo dormire sia in qualche modo una gran perdita di

tempo, una specie di furto che il sonno fa ai nostri danni, a dispetto delle tante cose che avremmo da

fare, se stessimo svegli tutte le 24 ore.

Ad oggi la scienza, e in particolare le neuroscienze, ci stanno facendo conoscere sempre di più circa

questo mondo misterioso ed affascinante che è il sonno.

Dormire è una sorta di avventura che ogni notte spinge il nostro cervello ad attraversare fasi

diverse, ciascuna con uno scopo ed una funzione ben specifica, in un gioco di incastri armoniosi,

persino magici.

Quando la sera ci accoccoliamo sotto le lenzuola i livelli di serotonina (neurotrasmettitore della

veglia, importantissimo per il tono dell’umore) sono ormai al minimo, per lasciare posto invece alla

produzione di melatonina (indispensabile molecola che ci guida tra le braccia di Morfeo). A quel

punto il nostro corpo sente il bisogno di rilassarsi, di rallentare ogni sua funzione fisiologica (battito

cardiaco, respirazione, tono muscolare, temperatura corporea, etc.) per varcare il cancello di un

mondo onirico che piano piano si disvela.

La prima fase di sonno superficiale ci consente di “disconnetterci dalla realtà” e di perdere

progressivamente contatto con ciò che ci circonda: le palpebre calano e la visione diviene

schermata, le vie sensoriali si silenziano e diventiamo poco sensibili e ricettivi agli stimoli uditivi

(suoni, rumori, musica del film che stavamo vedendo, o della stanza nella quale siamo), tattili (la

persona seduta accanto a noi sul divano), olfattivi e gustativi.

Il corpo è pronto a concentrarsi solo su se stesso, solo su ciò che accadrà all’interno della mente,

non più nel mondo esterno.

Ed ecco quindi che è possibile il passaggio ad un sonno più profondo, nel quale c’è una

rigenerazione fisiologica da parte di tutto il nostro organismo, che si “ricarica” in ogni sua

componente (muscolare, nervosa, dermatologica, immunologica, etc.); ma dormire non significa

solo rigenerare il corpo, dormire è un processo importantissimo specialmente per il sistema nervoso.

Attraverso il sonno, infatti, il cervello assolve a diverse funzioni altamente specializzate:

immagazzina e consolida nei propri archivi di memoria tutto ciò che abbiamo imparato ed appreso

durante la veglia, integra tali nuove acquisizioni con ciò che già sappiamo ed armonizza così le

proprie reti di memoria, per avere una sorta di magazzino sempre aggiornato e ben funzionante.

Dormire, inoltre, consente una sincronizzazione tra i due emisferi cerebrali, che si scambiano le

informazioni esperite durate la veglia consentendoci di avere un quadro integro ed armonico di ciò

che abbiamo vissuto (un pò come quando facciamo la sincronizzazione dei dati tra cellulare e

computer). Inoltre dormire, attraverso la fase onirica del sonno REM (Rapid Eye Movement), è uno

dei processi che consente al nostro encefalo di rielaborare le esperienze vissute e di superare meglio

quelle con una valenza emotiva negativa. Sarà capitato a tutti, per esempio, di andare a letto con

uno stato emotivo negativo (irritazione, tensione, nervosismo) e di risvegliarsi al mattino con la

strana e magica sensazione di “sentirsi un pò meglio”, più distaccati da quanto accaduto e più

positivi (magari con soluzioni, idee e competenze di problem solving).

E tutto questo vi sembra poco? Non vi sembrano tutti questi motivi già più che sufficienti per dare

spazio e tempo a questo prezioso dono della natura, che è il sonno?

Rispondo ad un’ultima frequente domanda: quanto si dovrebbe dormire? Le ore da dedicare al

sonno sono soggettive, personali e variabili nel tempo, anche a seconda delle condizioni di vita che

stiamo affrontando. In linea di massima, però, possiamo dare come indicazione standard quella per

la quale un bambino e adolescente dovrebbe dormire circa 9-10 ore, un adulto circa 7-9 ore.

Tendenzialmente dormire meno di 6 ore per notte in modo continuativo porta ad un rallentamento

dei riflessi, dei tempi di reazione, delle capacità di memorizzazione, dell’apprendimento e

interferisce con i processi autoriparativi e salutari della nostra fisiologia.

Perciò auguro un buon sonno a tutti, perché chi dorme prende un sacco di buoni motivi per stare

bene ed avere una migliore qualità di vita.